VÈLO-CITÀ

verso il cambiamento

L’idea di un mondo in cui prevale la bicicletta non è pura fantasia

Nel 2020 le metropoli del vecchio continente hanno installato più di 1.000 km di piste ciclabili temporanee.
Una scelta motivata dalla lotta alla pandemia, che ha fatto esplodere il numero dei ciclisti nelle città interessate.

Ad esempio “Jaune” è una pista ciclabile temporanea o “coronapista” installata a Parigi durante il primo contenimento
della primavera 2020. Questo fenomeno ha cominciato a espandersi anche in altre città europee: un anno dopo, a Milano, Dublino, Cracovia, Bruxelles e persino Roma si registra un forte aumento del numero del numero di ciclisti.

A marzo 2020 ovunque il traffico stradale si è
interrotto bruscamente. La colpa è del Covid-19 e
dei rigidi confini decisi dai governi nazionali. Così
Bogotà , la capitale della Colombia, decide di
attivare per tutta la settimana queste piste ciclabili
temporanee, fino ad allora allestite solo nei fine
settimana. L’obiettivo è semplice: promuovere una
modalità di viaggio non inquinante con la quale non
ci sia rischio di contaminazione.

Sulla base dei dati della Federazione europea dei ciclisti (ECF), le metropoli del vecchio continente stanno realizzando nel 2020 poco più di 1.200 km di piste ciclabili temporanee, il tutto con un costo superiore al miliardo di euro.

Tuttavia, non tutte le principali città europee hanno colto l’opportunità di andare in bicicletta.
“A Varsavia, in Polonia, il comune non ha fatto nulla, l’uso dei mezzi pubblici è sceso del 30% mentre quello dell’auto è rimasto invariato”. Nonostante le critiche, i risultati risultano comunque quasi immediati.

The INTERNATIONALS

FONTE: FranceInfo

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